TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 7
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Tullio.


Line: 4    Et così, poi che lle cittadi e le ville fuoron fatte,
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impreser gli uomini aver fede, tener giustizia et usarsi
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ad obedire l' uno l' altro per propia volontade et a
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sofferire pena et affanno non solamente per la comune
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utilitade, ma voler morire per essa mantenere. La qual
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cosa non s' arebbe potuta fare se gli uomini non
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avessor potuto dimostrare e fare credere per parole,
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cioè per eloquenzia, ciò che trovavano e pensavano per
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sapienzia. Et certo chi avea forza e podere sopra
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altri molti non averia patito divenire pare di coloro
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ch' elli potea segnoreggiare, se non l' avesse mosso sennata
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e soave parladura; tanto era loro allegra la primiera
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usanza, la quale era tanto durata lungamente
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che parea et era in loro convertita in natura. Donde
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pare a me che così anticamente e da prima nasceo e
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mosse eloquenzia, e poi s' innalzò in altissime utilitadi
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delli uomini nelle vicende di pace e di guerra.


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Lo sponitore.


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In questa parte dice Tulio che cciò che sapienzia
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non avrebbe messo in compimento per sola, ella fece
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avendo in compagnia eloquenzia; e però la tema èe cotale:
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come detto è davanti, fuoro gli uomini raunati et insegnati
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di ben fare e d' amarsi insieme, e però fecero cittadi
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e ville; poi che lle cittadi fuor fatte impresero ad avere
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fede. Paragraph: 2   Di questa parola intendo che coloro ànno fede che
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non ingannano altrui e che non vogliono che lite discordia
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sia nelle cittadi, e se vi fosse la mettono in pace.
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Et fede, come dice un savio, è lla speranza della cosa
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promessa; e dice la legge che fede è quella che promette
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l' uno e l' altro l' attende. Ma Tulio medesimo dice in un
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altro libro delli offici che fede è fondamento di giustizia,
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veritade in parlare e fermezza delle promesse; e questa èe
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quella virtude ch' è appellata lealtade. Paragraph: 3   E così sommatamente
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loda Tulio eloquenzia con sapienzia congiunta, che
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sanza ciò le grandissime cose non s' arebbono potute mettere
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in compimento, e dice che poi àe molto de ben fatto
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in guerra et in pace. Et per questa parola intendo che tutti
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i convenenti de' comuni e delle speciali persone corrono
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per due stati o di pace o di guerra, e nell' uno e nell' altro
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bisogna la nostra rettorica al postutto, che sanza lei
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non si potrebbono mantenere.


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This text is part of the TITUS edition of Brunetto Latini, La Rettorica.

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