TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 13
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Tullio conclude che sia da studiare in rettorica.


Line: 14    Per la qual cosa, al mio animo, non perciò meno
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è da mettere studio in eloquenzia s' alquanti la misusano
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in publiche et in private cose; ma tanto più
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che' malvagi non abbiano troppo di podere con grave
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danno de' buoni e con generale distruzione di tutti.
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Maximamente cun ciò sia la verità che rettorica è una
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cosa la quale molto s' appartiene a tutte cose, e publiche
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e private, e per essa diviene la vita sicura,
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onesta, inlustre e iocunda; e per essa medesima molte
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utilitadi avengono in comune se fia presta la modonatrice
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di tutte cose, cioè sapienzia; e per lei medesima
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abonda a coloro che ll' acquistano lode, onore, dignitade;
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e per essa medesima ànno li amici certissimo
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e sicurissimo aiutorio.


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Lo sponitore.


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La tema di questo testo è cotale, che dice Tulio:
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Se alquanti di mala maniera usano malamente eloquenzia,
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non rimane pertanto che ll' uomo non debbia studiare in
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eloquenzia, al mio animo (cioè per mia sentenza), acciò
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che' rei uomini non abbiano podere di malfare a' buoni
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di fare generale distruzione di tutti. Et nota che distrutti
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sono coloro che soleano essere in alto stato et in
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ricchezza e poi divennero in tanta miseria che vanno mendicando.
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Et poi dice le lode di rettorica, come tocca
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al comune et al diviso, e come per lei diviene l' uomo sicuro,
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cioè che sicuramente puote gire a trattare le cause,
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et appena troverai chi 'l sappia contradiare; e dice
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che 'nde diviene la vita «onesta», cioè laudato intra coloro
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che 'l cognoscono; e dice «illustre», cioè laudato intra
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li strani; e dice «ioconda», cioè vita piacevole, però che'
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savi parlieri molto piacciono ad et altrui. Paragraph: 3   Et altressì
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molto bene n' aviene alle comunanze per eloquenzia,
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a questa condizione: se sapienzia sia presta, cioè se
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ella sia adiunta con eloquenzia. Et dice che sapienzia è
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amodenatrice di tutte cose però che ella sae antivedere
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e porre a tutte cose certo modo e certo fine. Paragraph: 4   Et poi
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dice che questi che ànno eloquenzia giunta con sapienzia
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sono laudati, temuti et amati; e dice che lli amici loro
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possono di loro avere aiutorio sicurissimo, però che appena
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fie chi lli sappia contrastare, poiché sanno parlare
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a compimento di senno. Et dice «certissimo» però che 'l
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buono e 'l savio uomo non si lascia corrompere per amore
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per prezzo per altra simile cosa. Et qui si parte il
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conto e fae un' ultima conclusione in questo modo:


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