TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 17
Section: 18
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Line: 1
Tullio
dice
che
è
l'
ufficio
di
questa
arte.
Line: 2
Officio
di
questa
arte
pare
che
sia
dicere
appostatamente
Line: 3
per
fare
credere,
fine
è
far
credere
per
lo
Line: 4
dire.
Intra
ll'
officio
e
lla
fine
èe
cotale
divisamento
:
Line: 5
che
nell'
officio
si
considera
quello
che
conviene
alla
Line: 6
fine
e
nella
fine
si
considera
quello
che
conviene
all'
Line: 7
officio.
Come
noi
dicemo
l'
officio
del
medico
curare
Line: 8
apostatamente
per
sanare,
il
suo
fine
dicemo
sanare
Line: 9
per
le
medicine,
e
così
quello
che
noi
dicemo
officio
Line: 10
di
rettorica
e
quello
che
noi
dicemo
fine
intenderemo
Line: 11
dicendo
che
officio
sia
quello
che
dee
fare
il
parliere,
Line: 12
e
dicendo
che
lla
fine
sia
quello
per
cui
cagione
elli
dice.
Paragraph: 1
Line: 13
Lo
sponitore.
Line: 14
In
questa
parte
àe
detto
Tulio
che
è
l'
officio
di
questa
Line: 15
arte
e
che
è
lo
suo
fine
;
e
perciò
che
'l
testo
è
molto
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aperto,
sì
sine
passerà
lo
sponitore
brevemente.
Et
dice
Line: 17
cotale
diffinizione
:
officio
è
dicere
appostatamente
per
fare
Line: 18
credere.
Et
nota
che
dice
«appostatamente
»,
cioè
ornare
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parole
di
buone
sentenze
dette
secondo
che
comanda
quest'
Line: 20
arte
;
e
questo
dice
per
divisare
il
parlare
di
questo
dicitore
Line: 21
dal
parlare
de'
gramatici,
che
non
curano
d'
ornare
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parole.
E
dice
«per
far
credere
»,
cioè
dicere
sì
compostamente
Line: 2
che
ll'
uditore
creda
ciò
che
ssi
dice.
Et
questo
dice
Line: 3
per
divisare
il
detto
de'
poeti,
che
curano
più
di
dire
belle
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parole
che
di
fare
credere.
Paragraph: 2
L'
altra
diffinizione
è
del
Line: 5
fine.
Et
dice
che
fine
è
far
credere
per
lo
dire.
Et
certo
chi
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considera
la
verità
in
questa
arte
e'
troverà
che
tutto
lo
Line: 7
'ntendimento
del
parliere
è
di
far
credere
le
sue
parole
Line: 8
all'
uditore.
Donque
questo
è
la
fine,
cioè
far
credere
;
ché
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'mmantenente
che
l'
uomo
crede
ciò
ch'
è
detto
si
rivolve
Line: 10
lo
suo
animo
a
volere
et
a
ffare
ciò
che
'l
dicitore
intende.
Paragraph: 3
Line: 11
Ma
dice
Boezio
nel
quarto
della
Topica
che
'l
fine
di
Line: 12
questa
arte
è
doppio,
uno
nel
parladore
et
un
altro
nell'
Line: 13
uditore.
Il
parladore
sempre
desidera
questo
fine
in
sé
:
Line: 14
che
dica
bene
e
che
sia
tenuto
d'
aver
bene
detto.
Nell'
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uditore
è
questo
fine
:
che
'l
dicitore
a
questo
intende,
Line: 16
che
nell'
uditore
sia
cotale
fine
che
creda
quello
che
dice
;
Line: 17
e
questo
fine
non
desidera
sempre
il
parlatore
sì
come
Line: 18
quello
di
sopra.
Paragraph: 4
Et
per
mostrare
bene
che
è
l'
officio
Line: 19
e
che
è
il
fine
e
che
divisamento
àe
dall'
uno
all'
altro,
sì
Line: 20
dice
Tulio
che
officio
è
quello
che
'l
parliere
de'
fare
nel
Line: 21
suo
parlamento
secondo
lo
'nsegnamento
di
questa
arte.
Line: 22
Ma
fine
è
quello
per
cui
cagione
il
parlieri
dice
compostamente
;
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Line: 1
e
certo
questa
cagione
e
questo
fine
nonn
è
Line: 2
altro
se
non
fare
credere
ciò
che
dice.
Et
di
ciò
pone
Line: 3
exemplo
del
medico,
e
dice
che
llo
officio
del
medico
è
Line: 4
medicare
compostamente
per
guerire
l'
amalato
;
la
fine
Line: 5
del
medico
èe
sanare
lo
'nfermo
per
lo
suo
medicare.
Paragraph: 5
Line: 6
Già
è
detto
sofficientemente
dell'
officio
e
della
fine
di
Line: 7
rettorica
;
omai
procederàe
il
conto
a
dire
della
materia.
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TITUS
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Brunetto Latini, La Rettorica
.
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