TITUS
Brunetto Latini, La Rettorica
Part No. 66
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Section: 67  
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Della contraversia che nasce di cose scritte.


Line: 6    Contraversia inn iscritta è quella che nasce d' alcuna
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qualitade di scrittura. Chapter: XIII   Et certo le maniere
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di questa che sono partite delle constituzioni
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sono cinque: Che talvolta pare che lle parole medesimo
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siano discordanti dalla sentenzia dello scrittore;
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e talvolta pare che due legi o più discordino intra
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stesse; e talvolta pare che quello ch' è scritto signiffichi
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due cose o più; e talvolta pare che di quello ch' è
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scritto si truovi altro che non è scritto; e talvolta
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pare che ssi questioni in che sia la forza della parola,
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quasi come in diffinitiva constituzione. Per la qual cosa
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noi nominiamo la prima di queste maniere di scritto e
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di sentenzia, il secondo appelliamo di legi contrarie,
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la terza apelliamo dubiosa, la quarta appelliamo di ragionevole,
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la quinta apelliamo diffinitiva.


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Lo sponitore.


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Poi che Tullio à dimostrato qual causa sia pur d' un
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fatto o di più, immantenente vuole dimostrare qual contraversia
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è in scritta e quale in ragionamento; et in questo
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dice primieramente di quella ch' è inn iscritto, cioè che
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nasce d' alcuna scrittura. Et questo puote essere in cinque
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modi. Paragraph: 1   Il primo modo è appellato di scritto e di sentenza,
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perciò che lle parole che sono scritte non pare che
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suonino come fue lo 'ntendimento di colui che lle scrisse.
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Verbigrazia: Una lege era nella cittade di Lucca, nella
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quale erano scritte queste parole: «Chiunque aprirà la
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porta della cittade di notte, in tempo di guerra, sia punito
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nella testa». Avenne che uno cavaliere l' aperse per
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mettere dentro cavalieri e genti che veniano inn aiuto
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a Lucca, e perciò fue accusato che dovea perdere la testa
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secondo la legge scritta. L' accusato si difendea dicendo
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che lla sentenzia e lo 'ntendimento di colui che scrisse
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e fece la legge fue che chi aprisse la porta per male fosse
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punito; e così pare che lle parole scritte non siano accordanti
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alla sentenzia dello scrittore, e di ciò nasce controversia
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intra loro, se si debbia tenere la scritta o la
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sentenza. Paragraph: 2   La seconda maniera è appellata di contrarie
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leggi, perciò che pare che due leggi o più discordino
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intra stesse. Verbigrazia: Una legge era cotale, che
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chiunque uccidesse il tiranno prendesse del senato cheunque
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merito volesse. Et nota che tiranno è detto quelli
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che per forza di suo corpo o d' avere o di gente sottomette
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altrui al suo podere. Un' altra legge dice che morto il
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tiranno dovessero essere uccisi cinque de' più prossimani
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parenti. Or avenne che una femina uccise il suo marito,
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il quale era tiranno, e domandò al senato per guidardone
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e per merito un suo figlio: la prima legge concede che
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ssia dato, l' altra comanda che ssia morto. Et così sono
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due leggi contrarie, e perciò nasce questione se alla femina
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debbia essere renduto il suo figliuolo o se debbia
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essere morto. Paragraph: 3   La terza maniera è apellata dubbiosa,
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perciò che pare che quel ch' è scritto significhi due cose
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o più. Verbigrazia: Alexandro fece testamento nel quale
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fece scrivere così: «Io comando che colui ch' è mia reda
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dia a Cassandro cento vaselli d' oro e quali esso vorrà».
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Apresso la morte d' Alexandro venne Cassandro e domandava
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cento vaselli al suo volere e che a llui piacessero.
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Dice la reda: «Io ti debbo dare que' ch' io vorrò». Et
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così di quella parola scritta nel testamento, cioè «i quali
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esso vorrà», si è dubbiosa a intendere del cui volere Alexandro
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avea detto; e di ciò nasce questione intra loro.
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La quarta maniera è appellata ragionevole, perciò che
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di quello ch' è discritto si truova e se ne ritrae altro che
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no è scritto. Verbigrazia: Marcello entrò nella chiesa di
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Santo Petro di Roma e ruppe il crocifixo, e tagliò le
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imagini di entro. Fue accusato, ma non si truova neuna
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legge scritta sopra così fatto malificio, convenevole
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non era che nne scampasse sanza pena; e perciò il suo
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adversario ritraeva d' altre leggi scritte quella pena che
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ssi convenia a Marcello ragionevolemente. Paragraph: 5   La quinta
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maniera è appellata diffinitiva, perciò che pare che ssi
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questioni la forza d' una parola scritta, sicché conviene
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che quella parola sia diffinita e dicasi il proprio intendimento
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di quella parola. Verbigrazia: Dice una legge:
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«Se 'l signore della nave n' abandona per fortuna di
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tempo et un altro va a governarla e scampa la nave,
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sia sua». Avenne che una nave di Pisa venia in Tunisi
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e presso al porto sorvenne forte tempesta nel mare, che
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'l signore uscìo della nave et entrò inn una picciola barca;
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un altro ch' era malato rimase nella nave e tennesi tanto
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entro che 'l mare tornò in bonaccia, e la nave campò in
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terra. E perciò dicea che lla nave era sua secondo la legge,
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perciò che 'l segnore l' avea abandonata et esso l' avea difesa.
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Il segnore dicea che perch' elli entrasse nella picciola
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barca non abandonava perciò la nave; e così era questione
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intra loro sopra questa parola dell' abandono della nave;
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e per sapere la forza d' essa parola conviene che ssi difinisca
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e dicasi il proprio intendimento. Paragraph: 6   Già à detto
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Tullio di quella contraversia la quale è in iscritta e delle
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sue cinque parti. Omai dicerà di quella contraversia ch' è
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in ragionamento.


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